«Dovete sapere che io, ancora prima di diventare vescovo di Roma, ero solito declinare l'offerta di premi. Mai ne ho ricevuti, non volevo. E ho continuato a fare così anche da Papa. C'è però un motivo che mi ha spinto ad accettare il vostro, ed è l'urgenza di una comunicazione costruttiva, che favorisca la cultura dell'incontro e non dello scontro; la cultura della pace e non della guerra; la cultura dell'apertura verso l'altro e non del pregiudizio». Lo ha detto papa Francesco ringraziando oggi per il conferimento del Premio "è Giornalismo" durante l'udienza alla delegazione del riconoscimento giornalistico. «Voi siete tutti illustri esponenti del giornalismo italiano - ha osservato nel suo discorso -. Permettetemi, allora, di confidarvi una speranza e anche di rivolgervi con tutta franchezza una richiesta di aiuto. Ma non vi chiedo soldi, state tranquilli! La speranza è questa: che oggi, in un tempo in cui tutti sembrano commentare tutto, anche a prescindere dai fatti e spesso ancora prima di essersi informati, si riscopra e si torni a coltivare sempre più il principio di realtà - la realtà è superiore all'idea, sempre -: la realtà dei fatti, il dinamismo dei fatti; che mai sono immobili e sempre si evolvono, verso il bene o verso il male, per non correre il rischio che la società dell'informazione si trasformi nella società della disinformazione».
Secondo il Pontefice, «la disinformazione è uno dei peccati del giornalismo, che sono quattro: la disinformazione, quando un giornalismo non informa o informa male; la calunnia (a volte si usa questo); la diffamazione, che è diversa dalla calunnia ma distrugge; e il quarto è la coprofilia, cioè l'amore per lo scandalo, per le sporcizie, lo scandalo vende».
La disinformazione «è il primo dei peccati, degli sbagli - diciamo così - del giornalismo«, contro il quale »c'è bisogno di diffondere una cultura dell'incontro, una cultura del dialogo, una cultura dell'ascolto dell'altro e delle sue ragioni». «Mi preoccupano ad esempio le manipolazioni di chi propaga interessatamente fake news per orientare l'opinione pubblica - ha detto -.