Alla scoperta del Togo, tra villaggi di fabbri, feticci e danze del fuoco

Le grotte dei Moba
Le grotte dei Moba
di Sabrina Quartieri
5 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Gennaio 2016, 00:46 - Ultimo aggiornamento: 20:39

Il Togo è la terra dei castelli d’argilla e degli antichi riti voodoo. Ricco di tradizioni, usi, costumi e culti ancestrali, grazie alle diverse etnie che lo popolano, almeno 40, il piccolo Paese dell’Africa Occidentale che divide il Ghana dal Bénin, è una destinazione turistica capace di emozionare: su e giù per questo angolo di mondo ancora autentico, si attraversano la foresta tropicale intorno a Kpalimé, ma anche i villaggi abitati dai produttori di ferro Bassar e dai fabbri Kabye; e ancora, le dolci colline verdeggianti e le alte vette rocciose, covo prediletto da sempre dei Tamberma; infine, i laghi incontaminati protetti dalle mangrovie e il litorale ornato da palme da cocco, che lambisce l’oceano. Regalarsi una vacanza in Togo vuol dire vivere un’esperienza magica. Per unire al fascino del soggiorno, la professionalità di un tour operator specializzato in un luogo per molti versi ancora ancestrale, si può scegliere di partecipare al viaggio organizzato da Evaneos, che dura 11 giorni (http://www.evaneos.it/togo/itinerario/8067-castelli-d-argilla-e-riti-magici/) e comincia dalla capitale della Repubblica Togolese: Lomé.

Affacciata sul Golfo di Guinea, la città appassiona per la sua arte e per l’artigianato locale: si fa tappa in periferia al mercato dei feticci, per vedere da vicino i cosiddetti “gri-gri”, indossati dagli adepti dell’animismo per tenere lontano il male; si continua con le bancarelle del Centrale, gli antiquari ed il famoso tempio dei riti voodoo. Da qui si raggiunge la foresta e si trascorre la notte nell’Auberge JP Nectar, in camere dotate di bagno privato. La seconda giornata della vacanza è dedicata alla natura più imponente e primordiale: si passeggia guidati da un entomologo tra valli selvagge in penombra, alla scoperta di piante endemiche, rese rigogliose dalle popolazioni indigene. E’ qui che si acquisiscono i primi rudimenti della tecnica della pittura vegetale, eseguita esclusivamente con colori di derivazione naturale, ricavati cioè da erbe e fiori. La sera ci si trasferisce all’hotel Le Leader, in stanze con aria condizionata.

Il giorno successivo si parte in direzione nord, famoso per i suoi villaggi tradizionali ed i coloratissimi mercati. Si approda a Sokodé, dove si assiste allo spettacolo unico della danza del fuoco, con artisti in trance che ballano sulle braci ardenti. La mattina seguente si raggiunge il centro abitato dai Bassar, per incontrare il capo villaggio e partecipare ad una "lezione" sulle antiche tecniche di produzione del ferro. Ci si sposta poi vicino ad un imponente altoforno d’argilla per ascoltare come avviene la fusione del minerale, tra verità empiriche e rituali alchemici. La giornata si conclude nella grande capanna o “camera del consiglio” del capo tribù. Il giorno dopo si attraversa la catena collinare dell’Atakora alla ricerca del rifugio dei Tamberma. Le loro dimore, di singolare bellezza, sono a forma di minuscoli castelli e sono costruite su tre piani. Le alcove fortificate hanno stregato persino architetti d’avanguardia del calibro di Le Corbusier.

Le ore trascorrono felici all’interno delle abitazioni dei Tamberma, una tribù che si associa ai Dogon del Mali: la religione animista comune si palesa all'ingresso delle abitazioni, dove sono presenti grandi feticci col simbolo fallico ben in vista. La sera ci si trasferisce all’hotel Dapaong, con aria condizionata e bagno privato in camera (o strutture della stessa categoria). Nel nord del Togo abitano i Moba: le loro case sono di argilla, dalla forma circolare e con tetto conico in paglia. Un muro circonda e protegge le capanne di una stessa famiglia. In questi villaggi i visitatori compiono un salto indietro nella storia, esplorando profonde cavità ricche di graffiti, realizzati dagli antenati dei togolesi. Si tratta di testimonianze di civiltà risalenti a qualche millennio fa. Si pernotta al Dapaong, un albergo confortevole, prima di ripartire alla volta delle terre abitate dai Kabye, veri maestri nel campo della lavorazione del ferro.

I centri popolati dai fabbri del Togo sono in cima alle colline: se le donne plasmano i vasi di argilla, gli uomini del villaggio lavorano le leghe con il fuoco e le pietre pesanti.
D'ora in poi il viaggio continua in direzione sud: la prima sosta è ad Atakpame, una tipica cittadina africana nota perché sul suo territorio si disputò un’epica battaglia durante la Prima Guerra mondiale. In un secondo momento si approda nel Togo più ancestrale, quello dei riti voodoo, dove si resta colpiti dall’incredibile quantitativo di feticci presenti, gelosamente custoditi e venerati nei templi sacri di Glidji. Durante la giornata si assiste a dei rituali autentici e si incontrano i famosi guaritori, saggi “medicine man” che usano rimedi a base di erbe ed effettuano riti sacrificali per curare i loro pazienti. Le ultime due escursioni prima di rientrare a Lomé e fare shopping tra arte tribale, quadri della scuola d’arte togolese e artigianato tipico, sono la fantastica traversata del Lago Togo in canoa, e la visita a Togoville, la storica città che ha dato il nome all’intero Paese.