Squeri, giardini e isole lagunari: alla scoperta dell’altra Venezia con “#Detourism”

Squero San Trovaso (su concessione del Servizio Comunicazione Visiva del Comune di Venezia)
Squero San Trovaso (su concessione del Servizio Comunicazione Visiva del Comune di Venezia)
di Sabrina Quartieri
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Martedì 12 Settembre 2017, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 17:23
È un incredibile museo a cielo aperto dalla bellezza incomparabile. Affascinante e unica al mondo, Venezia è una città capace di regalare a chiunque un'esperienza indimenticabile, ma c'è una pecca con cui bisogna fare i conti: il sovraffollamento delle sue calli, dovuto alla costante presenza di turisti. Decadente e magica, la Serenissima infatti è presa d’assalto da visitatori stranieri e non, in ogni momento dell’anno. Per questo, il Comune è sceso in campo con una campagna di comunicazione e sensibilizzazione dal nome inequivocabile “#Detourism”, per proporre itinerari che svelino un’altra Venezia, quella più insolita e nascosta. Un’iniziativa che incentiva un tipo di viaggio slow e sostenibile, pensata per i residenti della Laguna in cerca di una migliore vivibilità, ma anche per i turisti avvezzi a percorsi meno battuti.

Non più solo piazza San Marco, il Ponte di Rialto e il Canal Grande quindi. Tra i suggerimenti di viaggio “alternativo” - ben 20 itinerari scaricabili su smartphone e tablet - arrivano i sestieri meno noti come Cannaregio o Dorsoduro, i cosiddetti “squeri” dove si costruiscono le gondole, i giardini liberty dei sontuosi palazzi di epoca rinascimentale e le piccole isole dove i veneziani trascorrono le domeniche libere. Non mancano poi, nel pacchetto di proposte, i consigli per gli appassionati di gourmet e dei sapori della tradizione. Seguendo le indicazioni di “#Detourism”, si scoprirà quindi come assaggiare il migliore baccalà di Venezia (che non è il merluzzo salato bensì lo stoccafisso), ma anche dove trovare le Moeche, i granchi della Laguna, o le Castraure. Una prelibatezza poco conosciuta, ovvero i carciofi coltivati nell’isola di Sant’Erasmo e disponibili solo 15 giorni l'anno. 


GLI ITINERARI

A passeggio nella “Venezia dei veneziani”: per conoscere quella parte di città meno classica e più autentica, bisogna seguire calli, campi, campielli e canali nascosti. Allora si scoprirà che Cannaregio, dallo schietto carattere popolare, riserva inaspettati scorci di vita. Cuore del sestiere è il Ghetto ebraico. Risalente al 1516, è il più antico d’Europa: le sue cinque sinagoghe, il Museo Ebraico e le altissime case-torri rendono questa zona particolarmente suggestiva. Per capire poi le origini della Repubblica Marinara, è doverosa una visita ai cosiddetti “squeri”, i piccoli cantieri dove esperti maestri d'ascia fabbricano e riparano le barche in legno della Laguna. D’altronde, nella Serenissima l’arte del costruire gondole e non solo è antica quanto la stessa Venezia. È Dorsoduro il sestiere dove ancora resistono i pochi “squeri” cittadini aperti. Tra questi, sull’isola della Giudecca che fa parte del quartiere, si trova il famoso cantiere Crea, l’unico in grado di consegnare gondole complete di tutti gli accessori, compresi remi e forcole. Da non perdere infine Campo San Polo, votato agli spettacoli e all’intrattenimento sin dai tempi antichi, e Santa Croce, la parte di città che ha subito più trasformazioni. Già nel 1810 si assiste all'abbattimento della chiesa e del monastero che davano il nome al sestiere, per lasciare spazio ai giardini Papadopoli, oggi aperti al pubblico.
 
Non solo arte e canali. Alla scoperta della Venezia “green”: se i giardini sul Canal Grande, definito “la strada più bella del mondo” per le impareggiabili emozioni che regala, sono conosciuti in tutto il mondo, non è da meno Castello, l'area verde più ampia del centro storico. Indissolubilmente legata alle esposizioni d'arte e architettura della Biennale di Venezia, questa zona raggiungibile dalla fermata “Giardini” vanta ben 65mila metri quadrati di estensione, tutti da girare. Ma in quanto a “green” non finisce qui, perché la città è ricca di aristocratiche dimore con eleganti giardini, oggi sedi di istituzioni culturali e quindi visitabili.
Non mancano poi gli spazi segreti tra conventi e sontuosi palazzi per assistere alla fioritura delle rose; e neppure i giardini liberty o le oasi naturalistiche (tipiche del Lido), da scoprire a piedi o in bicicletta. Infine, persino Mestre si propone in una nuova e inattesa versione “green”. Certo, la città non conserva molto di quella che Carlo Goldoni definì “una piccola Versailles” sul finire del '700. Eppure, alcune parti sono ideali per delle rilassanti passeggiate all’aria aperta.
 
Una giornata in barca o su un peschereccio: una gita in mare è un'ottima idea per spezzare le temperature estive da bollino rosso di Venezia. Per chi cerca l’autenticità, uscire fuori con i pescatori, ascoltare i loro racconti, osservarli da vicino mentre sistemano le reti e dividono il pesce appena preso, è la scelta migliore. Ma esiste un altro modo per sentirsi un veneziano doc, ovvero andare alla scoperta delle incantevoli isole lagunari. Imperdibile la gita nella piccola Poveglia, meta delle domeniche libere dei veneziani e rinomata per lo sforzo messo in campo da loro per acquistarla, dopo essere stata destinata all’asta dal Demanio.  Ancora, si può optare per la graziosa Pellestrina, con i suoi piccoli borghi dalle case variopinte, i ristorantini dove assaggiare i piatti tipici della cucina locale, le piccole spiagge sabbiose frequentate dagli isolani, un tranquillo lungomare e i 40 ettari di riserva naturale protetta.
Per godersi il relax di un’oasi di pace e di misticismo, c’è l’isola di San Francesco del Deserto, dove si trova un convento di frati minori. Quello che si presenta come uno degli ultimi eremi lagunari è il luogo perfetto per chi vuole un angolo votato al silenzio e alla meditazione. Vicina alla più famosa Burano e di diversa atmosfera per le sue casette dai colori accesi, l'isola di Mazzorbo è invece conosciuta per le sue origini molto antiche: già abitata in epoca romana probabilmente, ospitò un tempo ben dieci chiese. Oggi, del suo passato rimane un solitario campanile trecentesco, oltre alla Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, dove le benedettine vivevano assieme alle fanciulle delle casate nobiliari veneziane. Da non perdere infine una tappa a Torcello, la prima isola abitata della Laguna. Prediletto dai Reali, dalle star internazionali e dai Capi di Stato, questo gioiello circondato dal mare fu il rifugio per lunghi periodi della sua vita dello scrittore americano Ernest Hemingway.
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



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