Lavoro, cuochi e camerieri introvabili. L'allerta delle imprese: «Mancano 13mila stagionali»

Lavoro, cuochi e camerieri introvabili. L'allerta delle imprese: «Mancano 13mila stagionali»
di Giuseppe TARANTINO
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Domenica 21 Aprile 2024, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 16:01

Cuochi e camerieri introvabili. Così come mancano anche autisti di autobus, bagnini e addetti alla spiaggia. Orari di apertura ridotti per contrastare l’assenza di personale qualificato e sullo sfondo una situazione che potrebbe peggiorare negli anni a venire.  È questo il quadro del lavoro stagionale a Lecce e nel Salento, terra di appeal turistico nella quale aziende e imprese del settore faticano ancora tanto nel completare i loro organici.

L'allarme di Confcommercio: «Mancano 13mila stagionali»

«In provincia di Lecce servirebbero 13 mila unità di stagionali – sottolinea Maurizio Maglio, presidente di Confcommercio Lecce – e invece secondo le nostre previsioni riusciremo a coprire meno del 50% delle richieste. Non si trovano cuoci e personale di cucina, camerieri, barman nelle attività di ristorazione e qualche difficoltà vive anche il settore alberghiero». Per Maglio è improcrastinabile un cambio di passo nell’affrontare l’emergenza: «Gli immigrati sono una risorsa che va utilizzata, inutile perdersi in polemiche sterili, a partire da una formazione che li deve coinvolgere sin dal loro arrivo. La denatalità è un problema serio, non ci saranno lavoratori italiani – puntualizza – e va trovata una soluzione. Presto avremo anche difficoltà a reclutare commessi e commesse per i negozi. I lavoratori sono sempre meno propensi all’orario spezzato, le aperture continuate saranno una soluzione. Ma come faremo – chiosa Maglio – e cosa accadrà col caldo dei mesi estivi?». 
Per il presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce, Giovanni Serafino «rispetto a un paio di anni fa la situazione dei lavoratori stagionali è leggermente migliorata, ma a oggi ci sono tanti albergatori e ristoratori che non sono ancora riusciti a chiudere il loro staff.

Dopo la pandemia è partita tutta una seria di corsi di formazione, così come utile è stata l’accresciuta sinergia tra mondo delle imprese, associazioni di categoria e scuola con un dialogo che è stato proficuo. Restano però – continua Serafino – tante criticità e assenze di figure specifiche e ad alta specializzazione che arrivano ormai anche da fuori provincia». Sottolineando le difficoltà, il presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce porta un esempio preciso: «Mancano gli autisti di autobus, causa che interviene sulla qualità dei servizi. In questo caso come in altri simili – conclude Serafino – si dovrebbero avviare momenti di formazione che non pesino in maniera pesante sulle tasche di chi, nella situazione specifica, vuole prendere una patente per autobus».

Vadrucci: «Problema strutturale al di là del Reddito di cittadinanza»

Di situazione complicata parla anche Mario Vadrucci, presidente della Camera di Commercio di Lecce. «Nelle attività legate al turismo è sempre difficile trovare figure sufficienti, sebbene le criticità non sono paragonabili a quelle di un paio di stagioni fa. Il problema non era legato dunque, come pure si è detto negli anni scorsi, al Reddito di Cittadinanza, segno evidente che si tratta di una problematica complessa che merita un approfondimento complesso». Per Vadrucci è necessario spingere su quanto fatto di recente: «Puntare forte sulla sinergia tra gli attori interessati, dalle aziende alle associazioni di categorie e di rappresentanza alle imprese: tutti devono essere consapevoli che il problema va affrontato. Importanti sono gli incontri coi giovani, gli scambi, le attività di formazione e gli stage – conclude il numero uno della Camera di Commercio leccese – così da creare un serbatoio sempre più ampio, facendo passare l’idea che tante sono le possibilità offerte dal settore turistico salentino». 
Negli stabilimenti balneari mancano gli assistenti alla balneazione. «I problemi del nostro comparto sono gli stessi ogni anno nonostante le normali oscillazioni - Mauro Della Valle, presidente Confimprese Demaniali Italia e imprenditore balneare – e dopo gli anni del Reddito di Cittadinanza, quando è stato difficile trovare personale, oggi la situazione è leggermente migliorata». Spesso introvabili i bagnini. «Dal primo maggio prossimo sarà in vigore l’ordinanza per la quale sulla spiaggia, in presenza anche soltanto di un lettino, non dovrà mancare – continua Della Valle - il servizio di salvataggio. Un emendamento del governo alla normativa vigente ha introdotto la possibilità di formare alla professione ragazzi prossimi alla maggiore età, ma non è che una situazione tampone». Rispetto alle grosse strutture, gli imprenditori della balneazione per loro natura “precaria” hanno maggiore difficoltà: «Lavoriamo alla formazione sul campo – conclude Mauro Della Valle – già prima dell’avvio della stagione turistica, sarebbe auspicabile una maggiore sinergia con gli istituti professionali e alberghieri in particolare». 

In affanno anche il settore della ristorazione

Di rischio di perdere i mestieri legati alla ristorazione e di una situazione sempre difficile parla Gigi Perrone, presidente dell’Associazione Cuochi Salentini. «Trovare personale è sempre complicato e se si volesse ampliare l’attività della propria impresa probabilmente non si completerebbero gli staff. Mancano in particolare figure specializzate. La pandemia ha cambiato il modo di rapportarsi delle persone al lavoro, succede sempre più spesso che la gente preferisca mantenere del tempo utile per sé stessa e gli impieghi legati alla ristorazione sono visti - dice ancora Perrone – come quelli più sacrificanti e faticosi». Il rischio è quello di affidarsi a personale non formato e senza esperienza. «Lo Stato dovrebbe favorire l’assunzione di personale – dice ancora Gigi Perrone – abbassando i costi del lavoro e delle imposte legate a queste attività, altrimenti i ristoranti preferiranno lavorare di meno, rinunciando a guadagni ma tenendo sotto controllo i costi. E – la conclusione – è necessario investire nella formazione in modo da allargare la platea dei lavoratori».
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