Archiviato il fascicolo contro il comandante Zacheo

Il provvedimento da parte dell’Ufficio procedimenti disciplinari del Comune di Lecce

Il comandante della Polizia locale di Lecce Donato Zacheo
Il comandante della Polizia locale di Lecce Donato Zacheo
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Sabato 4 Maggio 2024, 22:44 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 11:43

«Non appaiono emergere elementi che possano adeguatamente individuare azioni tese a trascurare e/o tralasciare le proprie responsabilità dirigenziali». È stato archiviato definitivamente il procedimento disciplinare nei confronti del comandante della Polizia locale del Comune di Lecce, Donato Zacheo, che il 29 marzo - per tramite dell’avvocato Salvatore Serafino - aveva presentato le sua memoria difensiva dopo i rilievi fatti dal segretario generale di Palazzo Carafa. Al comandante Zacheo, che è anche presidente di As.com. (Associazione dei Comandanti e Ufficiali Polizia Locale della provincia di Lecce) e direttore della Scuola di Formazione di Polizia Locale di Lecce, era stato contestato di aver «tollerato la persistente e sistematica attività illecita di particolare gravità» posta in essere da alcuni vigili. Con riferimento all’inchiesta della Guardia di Finanza che ha scoperchiato lo scorso febbraio, all’interno del Comando di Polizia locale, un sistema fondato su multe annullate (ne sono state contate 500) in cambio di favori.
Il Comandante Zacheo - destinatario di decine di attestazione di stima da parte di colleghi - era così finito lo scorso marzo sotto la lente dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari del Comune di Lecce a seguito appunto della maxi inchiesta che ha visto indagate 46 persone coinvolte in un presunto giro di corruzione nel settore della Polizia locale di Lecce per presunti atteggiamenti di “tolleranza di irregolarità in servizio, di atti di indisciplina, di contegno scorretto o di abusi di particolare gravità del personale nei cui confronti sono esercitati poteri di direzione”.

Il provvedimento di archiaviazione

Nel lungamente motivato provvedimento di archiviazione, l’Ufficio Procedimenti Disciplinari scrive «Zacheo ha agito esaminando le segnalazioni ricevute, valutando le prove disponibili ed attivando altresì, per alcune fattispecie, una costante interlocuzione con le Autorità inquirenti, sulla base di quanto è intervenuto a sua conoscenza. In particolare, esercitando il proprio potere/dovere direttivo, ha sovrinteso al corretto espletamento dell’attività del personale alle proprie dipendenze, attivandosi: nelle fattispecie corredate da sufficiente supporto probatorio, ha attivato i procedimenti disciplinari secondo la valutazione della documentazione a sua disposizione; nelle altre fattispecie non suffragate da adeguate prove, ha ritenuto di non procedere disciplinarmente, ma di riferire ai militari della Guardia di Finanza ed al Pubblico Ministero titolare delle indagini. Conseguentemente, dal riscontro del suo operato, sulla base delle relazioni attualmente in atti, non appaiono emergere elementi che possano adeguatamente individuare azioni tese a trascurare e/o tralasciare le proprie responsabilità dirigenziali».
Inoltre nel provvedimento di archiviazione viene sottolineato come il comandante, nella sua memoria difensiva, abbia «evidenziato la necessità di rispettare il segreto investigativo e la volontà di onorare la consegna di segretezza e non compiere eventuali atti potenzialmente inquinanti lo svolgimento delle indagine complesse ed articolate poi in più filoni».

Non solo: Zacheo, «postosi a disposizione dell’autorità giudiziaria, notiziava di ogni fatto e situazione utile ai fini delle indagini sia i militari della Guardia di finanza, sia il pubblico ministero». 

La difesa del comandante Zacheo è riuscita a dimostrare «la manifesta insussistenza dei fatti contestatigli» nonché la circostanza che lo stesso ha agito sempre «nel pieno rispetto della legge». «Del resto - dice l’avvocato Serafino - sarebbe stato davvero paradossale, in un contesto di indagini preliminari da parte della Procura, dare impulso ad una o più contestazioni disciplinari prive ab origine di adeguati riscontri probatori, con la duplice conseguenza di giungere, per un verso, alla loro archiviazione per assenza di elementi e, dall’altro, ad inquinare irrimediabilmente l’attività di indagine in ragione dell’evidente identità dei fatti».

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