Shanti Bhavan: il progetto Made in India che regala un futuro felice ai ragazzi più poveri del Paese

Shanti Bhavan: il progetto Made in India che regala un futuro felice ai ragazzi più poveri del Paese
di Francesca Spanò
6 Minuti di Lettura
Domenica 19 Novembre 2017, 22:56
Là, in quel luogo dove il sole al tramonto colora di rosa monumenti millenari dalla bellezza unica, sorge una terra carica di contrasti e magia: l’India. Un microcosmo particolare dove all’opulenza di Bollywood si contrappone una triste povertà e una divisione in caste che, purtroppo, persiste ancora oggi. Nel Paese si moltiplicano i giovani talenti, ma pochi riescono a emergere proprio a causa delle loro esigue possibilità economiche. Per fortuna esistono realtà speciali che riescono a costruire il futuro di chi ha le chiavi del domani e può contribuire davvero al cambiamento di un Paese dal fascino spirituale e architettonico non indifferente. È il caso di Shanti Bhavan Children, che significa letteralmente “Oasi di Pace”, la scuola di eccellenza che esalta le capacità e coltiva il genio di chi alla nascita sembra proprio avere un destino segnato.
 
Che cos’è e qual è il suo obiettivo
 
Shanti Bhavan ha sede nell’estremo nord dello Stato del Tamil Nadu, a est di Bangalore, e non ha fini di lucro. A fondarla, esattamente 20 anni fa, l’imprenditore, docente e autore Dr. Abraham M. George nell’ambito dei progetti realizzati dalla George Foundation (TGF). Ogni anno segue bambini dai 4 ai 18 anni, che soggiornano a scuola per tutto l’anno, allontanandosi per tornare dalle famiglie di origine solo per le pause estive e invernali. La frequenza per loro è gratuita e sono compresi i pasti, i vestiti, il pernottamento, l’educazione e l’assistenza in generale, sanitaria ed emotiva. La scuola consente agli studenti di sostenere anche gli esami intorno al dodicesimo anno di età e di essere seguiti durante la formazione universitaria.

Oggi ospita circa 250 bambini, che provengono da baraccopoli e villaggi rurali, in parte legati alla casta degli intoccabili, quindi precedentemente vittime di gravi discriminazioni sociali. Shanti Bhavan rappresenta per loro l’unica speranza per avere un’educazione di prima classe con materie come l’inglese, la matematica, la chimica, l’informatica, raggiungendo un livello di istruzione pari ai loro coetanei più abbienti. Molti di questi ragazzi, grazie alla scuola, hanno poi trovato lavori a tempo indeterminato in aziende di fama mondiale, come Amazon e Yahoo. Il successo del programma scolastico è anche attestato dai numeri: il 98% dei ragazzi si laurea poi al college e il 97% trova un lavoro a tempo pieno. L’obiettivo è dunque quello di rompere il circolo vizioso della povertà generazionale per dei bambini che, altrimenti, non potrebbero aspirare a una vita diversa. 
 
Un’iniziativa da sposare

Sono molti i volontari di tutto il mondo, compresi quelli italiani, che scelgono di aiutare Shanti Bhavan, anche semplicemente con una donazione. Questo perché il numero di coloro che hanno bisogno di aiuto e assistenza cresce annualmente, ma i posti nella scuola sono limitati. L’idea è quella di iniziare il prossimo anno a costruire un secondo istituto che possa ovviare al problema. Tra i volontari italiani c’è anche Antonio Conte, pugliese di nascita, ma milanese di adozione. Dopo aver conosciuto “Coriandoli per Shanti Bhavan onlus”, l’associazione di Gorgonzola, in provincia di Milano, impegnata dal 1° ottobre del 2014 in favore di Shanti Bhavan, Antonio ha deciso di scendere in campo in prima persona. “Alla fine dello scorso mese di maggio – ci confida – sono andato a far visita al campus con l’obiettivo di testimoniare, attraverso il mio diario, la realtà che si vive in India. E’ stata un’esperienza incredibile e, come spesso avviene quando un viaggio ti lascia nel cuore qualcosa di profondo, non è stato facile tornare alla mia quotidianità. Adesso mi piacerebbe dare ospitalità per un mese ad una bambina indiana. Ho chiesto una mano anche ai miei genitori, visto che la burocrazia non guarda di buon occhio i single per questo tipo di cose. A breve inizierò la pratica per coronare questo mio desiderio”.
 
Shanti Bhavan, un aiuto dall’Italia
 
Il nome dell’associazione italiana non è casuale. I coriandoli infatti richiamano subito alla mente la felicità dei più piccoli nel periodo del Carnevale, quando l’aria è ricca di tanti piccoli pezzetti di carta colorata, ad annunciare la festa. L’associazione dà un aiuto speciale alla casa e alla scuola fondata dal Dottor Abraham M. George in India: solo negli ultimi mesi sono stati raccolti cinquemila euro. Particolarmente attivo nell’associazione è anche Giuseppe Olivieri, odontoiatra di professione, che annualmente presta gratuitamente le cure dentistiche ai bimbi indiani della scuola. Gli altri soci fondatori dell’associazione portano avanti progetti collaterali legati alla musica, allo sport, alla scuola e qualsiasi iniziativa finalizzata a supportare le attività della scuola: da segnalare la recente costruzione di un pozzo per l’acqua potabile.
 
L’obiettivo principale è fare in modo che i figli di Shanti Bhavan, una volta istruiti e professionalmente realizzati, possano aiutare le loro famiglie e la comunità di appartenenza, rompendo il circolo vizioso della povertà. La missione quindi, non è solo quella di provvedere alle esigenze immediate dei ragazzi, ma anche quella di creare dei futuri leader. I bambini che crescono a Shanti Bhavan provengono da famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà indiana. Sono selezionati presso gli stati del Tamil Nadu e del Karnataka da un team composto da un assistente sociale, un pediatra, il preside della scuola e uno psicologo clinico. Quest’ultimo, attraverso vari test, determina se il bambino sarà in grado di gestire la fuoriuscita dall’ambiente familiare ed affrontare quello di una scuola rigorosa. Ogni anno vengono selezionati circa 12 ragazzi e 12 ragazze.
 
Di sicuro si tratta di un modello unico, perché non esistono scuole che seguono a lungo termine i ragazzi e riescono ad investire per la loro crescita e futuro. Il campus in cui vivono per dieci mesi all’anno, è un frutteto ricco di venti varietà di alberi, in un idilliaco paesaggio fatto di vegetazione in trionfo e farfalle colorate svolazzanti. Oltre all’edificio scolastico sono annessi un laboratorio informatico, una sala d’arte, una sala musica, due biblioteche, le stanze, la palestra, la cucina, la sala da pranzo, gli edifici amministrativi, il campo da basket e un campo sportivo.

Daughters of destiny: è arrivata la docu-serie

Nel frattempo, dallo scorso 28 luglio, è disponibile su Netflix la docu-serie in quattro episodi, diretta Vanessa Roth, premio Oscar nel 2008 per il cortometraggio “Freeheld”, che racconta la storia di cinque ragazze che studiano o hanno studiato proprio a Shanti Bhavan. Shilpa, Karthika, Manjula, Preetha e Thenmozhi, sono state seguite dalle telecamere in un arco temporale di sette anni durante il loro percorso di formazione. La prima, Shilpa Anthony Raj il nome completo, ora ha 23 anni e ha raccontato la sua esperienza in un libro, La figlia del domatore di elefanti, distribuito in questi giorni in America e in India. Il prossimo 9 novembre, presso il The Bowery Hotel di New York, Shanti Bhavan terrà un Galà per celebrare non solo l’anniversario dei 20 anni della fondazione e l’uscita della docu-serie, ma anche per raccogliere fondi finalizzati alla costruzione di una seconda scuola in India. E così di giorno in giorno il miracolo della vita si rinnova in attesa di un futuro che non fa più paura.

Photo Credit: Shanti Bhavan Ufficio Stampa
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