Fine agosto, le vacanze inaugurate con uno scatto che immortalava un entusiasta Alberto Genovese con un coccodrillo gonfiabile davanti alla scaletta dell’aereo sono agli sgoccioli. Per la compagnia è il momento dei commiati: «Chiudiamo cosi questa Formentera, un’estate diversa senza @tipicformentera ma con tante emozioni e tanti amici che sono passati a trovarci. Grazie a tutti voi e grazie a te @albertogenovese che ci hai coccolati per due mesi!», scrive l’amico Daniele Leali. Le risposte sono cuoricini rossi e pollici alzati, ma le giornate trascorse tra Ibiza e Formentera, tra gite in barca e notti a Villa Lolita, hanno anche un lato oscuro e violento. Che non compare nelle chat ed è agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano che ha portato all’arresto dell’imprenditore digitale con l’accusa di aver stuprato durante una festa nel suo appartamento di Milano una ragazza diciottenne dopo averla stordita drogandola.
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LE VALIGIE MISTERIOSE
Il 10 ottobre nell’appartamento di Genovese la musica è alta, l’alcol scorre in abbondanza così come la droga, hanno messo a verbale alcuni testimoni.
«COLPA DELLA DROGA»
Sono almeno una trentina le ragazze che avrebbero partecipato ai festini organizzati da Genovese. Alcune di queste giovani sono già state ascoltate da inquirenti e investigatori e altre verranno sentite, mentre sono in corso verifiche su possibili pressioni, anche economiche, nei confronti delle testimoni. Quanto all’imprenditore, il gip ha convalidato il fermo e resta a San Vittore. «È colpa della droga - si è difeso - Ogni volta che la uso ho le allucinazioni. È una cosa di cui non vado fiero, vorrei uscirne. La mia vita è per l’80% sana, voi avete scavato solo nella parte cattiva della mia vita. Nella mia percezione del tempo trascorso con la ragazza noi eravamo innamorati e stavamo trascorrendo una serata bellissima». Ma nel decreto di convalida il giudice Tommaso Perna sottolinea che Genovese, «sebbene abbia fatto uso di sostanza stupefacente, è rimasto sempre lucidissimo. Appare pertanto inverosimile sostenere che egli non avesse percezione della realtà o che, nella sua immaginazione, avesse trascorso “una serata bellissima con la sua amata”».