Prenotare lettini e ombrelloni per la prossima estate costerà fino al 20% in più. La tendenza, già confermata a livello nazionale, toccherà anche il Salento. Colpa dei rincari dovuti all’inflazione e alla crisi economica che ha costretto i gestori a mettere mano ai listini facendo lievitare i prezzi finali. Un fenomeno che incide sulle famiglie costrette a fare i conti con il caro vita e a dover scegliere se fare vacanze più brevi o stringere la cinghia e rinunciare ad altro.
Il Salento in corsa per il tutto esaurito
Eppure il Salento è già in corsa per il tutto esaurito, con prenotazioni che arrivano dall’estero facendo pregustare una stagione di grande richiamo per le spiagge locali.
C'è chi aumenta e chi invece resiste
Il presidente di Federterziario, Giuseppe Mancarella conferma gli aumenti da parte degli associati, anche se in maniera ridotta. «Parliamo di 2 o 3 euro a lettino - sostiene - per imprenditori che nel corso degli ultimi tre anni hanno avuto bollette energetiche triplicate: se nel 2020 si pagavano 12mila euro, adesso sono diventate 33mila euro per gli stessi periodi. Ovviamente dipende dalla tipologia di lettini e di stabilimenti: da 20 siamo passati a 24 euro, da 30 a 34 euro, ma i servizi sono in proporzione, dal divano al wifi arrivando anche a 50 euro. Ed è anche vero che ci sono stati colleghi che hanno deciso di non aumentare, facendo dei sacrifici enormi, solo per fidelizzare i clienti. Senza dimenticare che paghiamo 30mila euro di concessioni, 15mila di spazzatura, senza contare gli stipendi che arrivano a sfiorare i centomila euro. Per fortuna le prenotazioni non mancano». Difficoltà che si riscontrano in tutta Italia come precisa il presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari. «Calmierare i prezzi è praticamente impossibile - osserva -. Anche se non siamo proprietari della spiaggia dobbiamo pagare l’Imu, a differenza di ciò che avviene nel resto d’Europa il servizio di salvataggio è a nostro carico, versiamo un’Iva del 22% rispetto al 10% del comparto turistico. Ci mettiamo nei panni dell’utente, non vogliamo approfittarne, però siamo piccole imprese e a fine stagione dobbiamo tirare le fila. Tra l’altro non ci sono prezzi di cartello, il bagnante sceglie dove andare, se invece fosse una multinazionale a gestire tutto i turisti non avrebbero questa possibilità». Altri gestori hanno deciso di non aumentare i prezzi anche per non perdere la clientela già tentata dalle sirene delle coste che si affacciano sul Mediterraneo. «Siamo un lido piccolo ma gettonato - sottolinea Gigi Campo, titolare del Lido Sirene di Porto Cesareo -. La preoccupazione è che i turisti vadano in Croazia o nord Africa. Un volo per l’Albania costa pochissimo. Non sappiamo quanto potremo resistere. Preferiamo avere dei mancati guadagni ed essere sicuri di quello che incassiamo, invece di correre dei rischi aumentando il costo dei servizi». A San Cataldo, lo storico lido York non incrementerà il listino di abbonamento, ma la situazione non è semplice. «Manterremo lo stesso prezzo, 1050 euro per tutta la stagione - conferma il titolare Alfredo Prete - anche se ci sono dei servizi accessori di livello, dalla piscina ai campi di beach volley, beach tennis o il calcetto. Ci sono già le conferme degli affezionati: siamo certi che le adesioni non mancheranno e la stagione sarà molto intensa».