Taiwan, casco, giubbotto e guanti: tutti pronti in strada a Tainan per sfidare botti e fiamme

Il Beehive Fireworks Festival di Yanshui: i fuochi sono sparati verso il pubblico
Il Beehive Fireworks Festival di Yanshui: i fuochi sono sparati verso il pubblico
di Simona Orlando
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Giovedì 7 Marzo 2019, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 12:10
Casco, jeans, giubbotto ignifugo, guanti spessi, asciugamani attorno al collo, mascherina: non è l'equipaggiamento per una missione spaziale ma per partecipare al Beehive Fireworks Festival di Yanshui, un rito che risale al diciannovesimo secolo e si tiene il quattordicesimo e quindicesimo giorno del calendario lunare in questo distretto di Tainan, ex capitale di Taiwan sotto la dinastia Qing.

La particolarità è che i fuochi d'artificio non sono sparati in aria, bensì fra la folla ed essere colpiti è segno di elezione. Otto carri escono dal tempio sovrastati dalla statua di Guan Gong, il dio cinese della guerra che, secondo la leggenda, arrivò al villaggio quando fu invocato seminando le strade di mortaretti, e spazzò via l'epidemia di peste e colera che da venti anni decimava gli abitanti.

IL RUMORE
Probabilmente lo zolfo uccise i batteri e il rumore mise in fuga i topi, ma da allora la processione pirotecnica, pericolosa e da cui si esce spesso feriti, richiama migliaia di fedeli e amanti del brivido. Ad ogni stazione parte la sirena, l'allarme per ripensarci, prima che migliaia di petardi partano in orizzontale, come api impazzite fuori dall'alveare (da qui il nome Beehive). Si fa a gara per stare in prima fila ed essere benedetti dal fuoco. Si attende la tempesta di esplosivi con un accenno di balletto adrenalinico, poi si viene bersagliati per uno o due minuti. Sembra di stare in guerra, non si vede, non si respira. Si va avanti così per tutta la notte. L'altra insidia sono i petardi inaspettati che gli abitanti accendono fra i piedi del corteo quando le statue passano di fronte casa, per scacciare demoni e sfortuna, assicurandosi un anno prospero. Anche questa pratica ha ragioni antiche. Il mostro Nian usciva dalla foresta ogni notte di Capodanno per divorare le persone, in particolare i bambini, finché un ragazzo coraggioso non lo uccise con i botti.

IL MERCATO
Chi non vuole rischiare escoriazioni, può guardare la partenza dagli spalti della piazza, e godersi il mercato notturno, fra miele di lychees, sweet lady' (pomodori dolcissimi) e l'immancabile karaoke. Ma ci si perde l'itinerario bellico e augurale, le vie bianche di fumo e rosse di roghi che le famiglie accendono per bruciare soldi falsi in onore dei cari estinti, per i quali dispongono banchetti pieni di offerte, al pari del Giorno dei morti messicano.  

 
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