Caro sindaco, cosa non va te lo dico sull'app. I Comuni attivano canali diretti per raccogliere segnalazioni

Oltre a Mysindaco tantissime città si sono affidate a Municipium

Caro sindaco, cosa non va te lo dico sull'app. I Comuni attivano canali diretti per raccogliere segnalazioni
di Andrea Boscaro
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Luglio 2023, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 07:43

Se partecipate ai tanti gruppi Facebook “Sei di … se”, sappiate che un altro mondo è possibile.

Per quanto tali comunità possano in molti casi fornire un vero supporto quando si smarrisce un mazzo di chiavi, si perde un animale domestico o si vuole promuovere un’iniziativa nel proprio quartiere, i gruppi Facebook locali spesso raccolgono rimostranze, preoccupazioni e segnalazioni di disservizi che evidentemente non risulteranno efficaci proprio perché non sono canali adeguati a comunicare con la Pubblica Amministrazione. Offrono il miraggio di rendere possibile una partecipazione attiva quando in realtà ne costituiscono un esempio di applicazione passiva, di comunicazione inutile e forse frustrante delle proprie difficoltà di cittadino e utente di servizi pubblici. Al contrario, le tante app che i Comuni italiani hanno nel tempo attivato non solo rappresentano forme più dirette per instradare una segnalazione verso l’ufficio pubblico preposto, ma anche un fattore potenzialmente di trasformazione della Pubblica Amministrazione che può tenere conto, in un contesto di risorse scarse, della segnalazione di interventi necessari nel contesto urbano. In alcuni casi, forse troppo ambiziosi, si rivolgono a turisti la cui permanenza sul territorio risulta troppo breve per incentivare il download di una app - in telefoni che ne sono già troppo pieni - mentre in molti altri hanno il compito di favorire la scoperta di servizi meno noti o appuntamenti organizzati in città. Fra i casi più interessanti vi è Ferrara Mobile che offre, ai residenti e ai pendolari, un ampio spettro di servizi, dalla verifica dei parcheggi in tempo reale alla collocazione dei varchi della ZTL, dalla presenza di cantieri alle condizione della viabilità: la raccolta e l’aggiornamento delle informazioni non dà solo la misura del lavoro di coordinamento necessario alle persone che operano in Comune, ma suggerisce anche la concretezza dei vantaggi per chi abita o si sposta in città.

Se a Ferrara l’impronta adottata è quella dell’utilità, a Torino la app “Mi Rifiuto” costituisce un aiuto a trovare risposta a domande ormai di carattere esistenziale quali se sia corretto o meno (non lo è) gettare gli scontrini nel contenitore di carta e cartone. Molte città si servono della piattaforma MySindaco per comunicare con il primo cittadino e con i suoi uffici mentre ben 1.141 Comuni Italiani rendono possibile, attraverso la app Municipium, segnalare disservizi, richiedere interventi, proporre miglioramenti, ma anche avere una rassegna stampa geolocalizzata di iniziative, manifestazioni, spettacoli organizzati in città. A cavallo dei confini nazionali, San Marino e la Romagna condividono iScoprirete, la app per servirsi delle biblioteche del territorio. A questa veloce rassegna possono aggiungersi le app sviluppate da chi, sul territorio, gestisce i mezzi pubblici e quei servizi digitali che, come PagoPA e IO, hanno reso più efficiente il pagamento di bollettini, sanzioni e tributi con ciò contribuendo a una relazione con la Pubblica Amministrazione maggiormente improntata al servizio e alla trasparenza. Non poteva mancare, a Roma, una app dedicata alle buche - BucApp - la cui natura non è però pubblica, ma ideata da un’associazione di consumatori che, con la sua esistenza, manifesta il carattere di tali strumenti, soprattutto se attivati dagli Enti Pubblici: non sono solo canali di partecipazione, ma “promesse” di ascolto rivolte alla cittadinanza e quindi richiedono, come tutte le promesse, di essere rispettate per innescare il più importante dei patti, la fiducia. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA