Pd, maretta anche nei territori: «Ma adesso compattiamoci»

Pd, maretta anche nei territori: «Ma adesso compattiamoci»
di Alessandra LUPO
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Sabato 27 Aprile 2024, 12:02 - Ultimo aggiornamento: 13:07

 «Io non mi fermo, sono qui per questo, altrimenti trovo altro da fare». Non contengono per ora tracce di ammorbidimento le parole pronunciate dalla segretaria del Pd Elly Schlein l’altra sera a Piazza Pulita, intervistata in merito al cambiamento da fare in particolare sulla tolleranza del trasformismo, vedi il “caso Puglia”. Difficile quindi stabilire se l’azione di Michele Emiliano stia avendo i feedback sperati. Tanto dal Nazareno quanto dai vertici del M5s, che restano altrettanto prudenti. Intanto il “rimpastino” del presidente deve ancora essere digerito dalla maggioranza, soprattutto dal Pd, dove la tensione non si allenta. Anche in Regione. Dopo l’assenza di metà dei consiglieri dei giorni scorsi, ieri il gruppo dem è tornato a riunirsi.

La situazione

La maretta è rientrata? «Ci sono valutazioni diverse sul merito della soluzione adottata dal presidente - risponde il neo-capogruppo Paolo Campo -: non c'è piena soddisfazione anche rispetto alle richieste che la direzione regionale del partito aveva fatto, ma andiamo avanti. Ora dobbiamo ricompattarci». Campo non è uno che nasconde la polvere sotto il tappeto ma di certo sa bene che in questo momento la mediazione è tutto per ridare forza alla maggioranza di Michele Emiliano: «Il presidente ha fatto del suo meglio - prosegue -. Ora abbiamo una prova importante che è quella della sfiducia. E poi dobbiamo lavorare per l’approvazione delle leggi che abbiamo in cantiere. Dobbiamo riportare l'agenda del consiglio sui temi veri». Riprendendo la linea condivisa con la segreteria regionale, il capogruppo sembra insomma deciso a tirare dritto sui malumori emersi dal rimpasto che si sono aggiunti a quelli esplosi nella base e poi all’interno del partito barese, con due dimissioni pesantissime. Dopo le dimissioni della presidente dei Dem di Bari, Titti De Simone, l’altro ieri ha rassegnato le proprie dimissioni anche Nicola Biancofiore, segretario del circolo del II Municipio, dove Elly Schlein vinse il congresso, uno dei due circoli principali della città. Allargando la visuale ai territori e alla Regione, militanti e consiglieri hanno spesso motivazioni differenti ma con un unico comun denominatore: l’esclusione dalle scelte fondamentali che da più parti viene lamentata. Senza contare le aspirazioni e gli sgambetti che soprattutto in Regione hanno nomi e dinamiche territoriali ben precise: dall’area del Brindisino, ad esempio, che si è vista ancora una volta messa da parte nella rappresentanza a quella del Barese, che vedrebbe nella scelta di Serena Triggiani come assessora all’Ambiente non solo la rottura con Sinistra Italiana deflagrata nelle ore successive ma anche un tentativo di stop a Lucia Parchitelli, cui alcuni “big” del partito locale rimproverebbero una eccessiva autonomia. Proseguendo con l’area tarantina, che oggi vede la storica rivalità tra Enzo Di Gregorio (presidente della II commissione in Consiglio) e Michele Mazzarano, che nonostante l’autosospensione cautelativa dal partito, ha una presidenza di commissione. Il Salento, che si era già visto beffato durante le Politiche, salvo poi l’azione di ricucitura attuata dall’ex civico Claudio Stefanazzi rendendosi organico al partito, si vede un’altra volta senza un rappresentante politico in giunta, visto che al tecnico Rocco Palese è stata sostituita un’altra tecnica, seppur con una storia di grande peso specifico legata al territorio, Viviana Matrangola.

Per finire con gli strali della Bat: dopo la nomina di Debora Ciliento, la segreteria provinciale dem aveva infatti inviato una nota in cui pur augurando buon lavoro all’assessora parlava di territorio «mortificato da una scelta obbligata». E oggi il segretario Lorenzo Marchio spiega: «Il sentimento del mio territorio non è bello: siamo stati l'unica provincia dove abbiamo votato invece di fare un accordo. Ciliento venne eletta in coppia con il consigliere Caracciolo, che trainò l’elezione anche sua e di Ruggiero Mennea (oggi passato ad azione Ndr). Noi abbiamo sostenuto Debora Ciliento ma ritrovarcela come assessore senza nemmeno una telefonata al partito mi ha amareggiato molto, anche perché in tutto questo periodo non si è mai spesa per sanare la spaccatura del Pd nel suo territorio». Ancora più complessa e problematica la posizione del Pd salentino, che pone vari problemi: «Penso che il buon governo della Puglia sui temi fondamentali non debba essere dimenticato, ma anzi, rilanciato con forza - spiega Luciano Marrocco, numero uno della segreteria di via Tasso - . Non possiamo buttare il bambino con l'acqua sporca. Oggi però, a livello nazionale - prosegue Marrocco - si è aperto un caso Puglia. E lo si è aperto sulla questione morale. Questo ha creato angoscia e senso di smarrimento nei nostri militanti e, in generale, nel nostro elettorato, da sempre molto attento e giustamente inflessibile sul tema dell'etica pubblica. Pensare di ricucire uno strappo sul tessuto vivo della nostra comunità politica solo con un mini-rimpasto e con la nomina di un "assessore alla legalità" sarebbe un errore madornale. Serve andare alla radice del problema. E il problema è politico: dobbiamo essere chiari nel dire che nel nostro campo non ci sarà più spazio per il trasformismo. Come Pd - prosegue - abbiamo il dovere di rinsaldare i paletti della nostra militanza e rimarcare i confini con la destra. Ecco, credo che estromettere Sinistra Italiana dal perimetro, in questo senso, non aiuti. Poi c'è anche un tema territoriale. Nel Salento, oggi, il centro sinistra legato ai partiti non ha una rappresentanza in giunta, rappresentanza che qui è stata delegata interamente al civismo. Anche questo è un aspetto che non aiuta a concorrere alla risoluzione politica dei temi di fondo, accanto al lavoro fatto dal civismo buono del centrosinistra c'è bisogno della capacità dei partiti di alzare il livello della discussione politica sui temi da sempre più vicini ai nostri elettori». A spezzare una lancia a favore del buon operato di Michele Emiliano in questa fase arriva la segretaria della provincia di Taranto, Anna Filippetti: «Io penso che questo rimpasto che era necessario sia già una prima risposta alle richieste che arrivavano al presidente e mi auguro che prosegua - scrive la segretaria -. Io condivido quello che ha detto i segretario regionale: il partito deve occuparsi dei temi e del rinnovamento che si basa sulla legalità e che affronta i temi dirimenti. Così come condivido la linea della segretaria nazionale Elly Schlein. Non vedo un contrasto tra le due visioni - prosegue Filippetti - Io vengo d un territorio dilaniato da una visione di un partito chiuso in se stesso– il Pd è una comunità e quando si rompono gli equilibri, anche quelli cristallizzati su correnti e aree, sono complicati da ricostruire in un perimetro nuovo». A livello regionale il Pd è stato bypassato? «La giunta è prerogativa del presidente, è il momento di dargli la massima fiducia nel continuare l'opera di rinnovamento».

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