Turismo, si cerca il personale: baristi e camerieri i più “ricercati”

Turismo, si cerca il personale: baristi e camerieri i più “ricercati”
di Valeria BLANCO
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Lunedì 6 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 11:30

Chef, sous chef, capi-partita, baristi. Lavapiatti, camerieri, commis di sala. E ancora receptionist, bagnini, addetti alle pulizie, baby sitter e animatori da impiegare nei villaggi: la lista potrebbe essere lunghissima e per rendersi conto del fabbisogno di personale da parte del settore del turismo e della ristorazione - in Puglia ma non solo - basta dare un’occhiata veloce agli annunci di lavoro. Con l’estate alle porte, la ricerca di addetti è diventata spasmodica e si sa già di certo che molte attività pugliesi non riusciranno a coprire il fabbisogno al cento per cento. Questo, nonostante le numerose campagne di recruiting che hanno riguardato nello specifico il settore legato al turismo, con le aziende che, per tutta la primavera, hanno incontrato i candidati interessati a lavorare tra tavoli dei ristoranti, ombrelloni e camere d’albergo.

Il decreto flussi


Evidentemente, non era poi tutta colpa del reddito di cittadinanza, sebbene la sua rimodulazione abbia rimesso “sul mercato” una quota di lavoratori.

Però qualcosa sta cambiando nel mondo del lavoro (per lo meno di quello stagionale), con la popolazione che invecchia - sono sempre meno i ragazzi che vogliono impiegare le vacanze estive per imparare un mestiere e mettere da parte un po’ di soldi - e le abitudini che cambiano. Se si vuole assumere del personale, sempre più spesso bisogna guardare all’estero, al di fuori della Comunità europea. In questo, aiuta il Decreto flussi, che consente alle aziende di avanzare richieste in merito al fabbisogno di personale e poi avere le risorse per il periodo desiderato. Peccato, però, che i numeri - anche quest’anno - parlano di una richiesta quattro volte superiore alle quote di lavoratori extracomunitari che arriveranno in Italia. Nel dettaglio, quest’anno gli ingressi di lavoratori non comunitari sono stati fissati dal ministero dell’Interno a 151mila (un po’ di più dei 136mila dello scorso anno), di cui 89mila da destinare a lavori stagionali. Ma la dimensione della carenza di personale la restituiscono i numeri delle domande arrivate: 690mila nei tre clic day di marzo. A conti fatti, a fronte di quattro unità di lavoratori richieste, un’ipotetica azienda potrà averne solo una.

Il fabbisogno


A livello nazionale, secondo i dati Fipe-Confcommercio, le imprese turistiche sono alla ricerca di circa 246mila addetti in tutta Italia e la prima campagna di recruiting tra febbraio e aprile ha già visto il settore della ristorazione assumere più di 172mila lavoratori, con un +13% rispetto l’anno scorso. Le figure più ricercate, in Italia e, per riflesso anche in Puglia, si confermano quelle dei camerieri (ne servono 65mila su tutto il territorio nazionale), seguiti da cuochi (41.720 assunzioni) e baristi (23.900 profili).


In Puglia, per permettere alle attività legate alla ristorazione e al turismo (con i servizi ad esse collegati) di lavorare con serenità, servirebbero 20mila lavoratori. Ma la previsione è che alla fine la disponibilità sarà di circa la metà e infatti il 49,2 per cento degli imprenditori ha dichiarato di avere difficoltà a reperire il numero ottimale di dipendenti. Un dato che viene confermato da Salvatore Arnesano, di Cgil Puglia: «Le prime proiezioni - spiega - ci dicono che anche quest’anno, come in passato, ci sarà una carenza di personale nei settori legati al turismo, alle spiagge e alla ristorazione». Magari la situazione non sarà così grave come qualche anno fa, quando alcune attività non hanno potuto aprire battenti, o hanno dovuto ridurre il numero di coperti, ma il problema c’è. «Un problema - incalza Arnesano - che tra qualche settimana si presenterà identico anche nel settore dell’agricoltura. La raccolta di pomodori e angurie è alle porte, ma gli operai scarseggiano».

La mancata programmazione


Il problema sembra essere sempre quello della mancata programmazione: «Lo diciamo da anni che bisogna lavorare con ancora maggior anticipo per programmare l’estate. Conosciamo i numeri del fabbisogno nel periodo di maggiore richiesta, non ha senso accorgersi che il personale scarseggia quando la stagione sta per partire. Occorre, di concerto con le associazioni di categoria, programmare e formare i lavoratori, in modo da avere il personale sufficiente, ma soprattutto già formato al momento di maggiore bisogno. Questo contribuirebbe anche alla qualificazione dell’offerta turistica».


Ma intanto, che si fa? Sorridono gli imprenditori previdenti, quelli che hanno preferito mantenere anche d’inverno lo stesso numero di dipendenti, in modo da “fidelizzarli” e averli a disposizione anche quando il lavoro è triplicato. In aiuto agli imprenditori, almeno a quelli del settore della ristorazione, vengono anche le scuole alberghiere: quest’anno - con formule concordate - sarà possibile impiegare anche i giovani studenti per alcune ore al giorno a fronte di un’equa retribuzione.

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