Salento, anche i fiori ci salutano. Estinte 19 specie di flora antica. Quali e perché

L’allarme è lanciato da Medagli, docente di botanica di UniSalento, che a fine mese pubblicherà un volume con la mappa delle 1.536 piante che vivono nel nostro territorio ma anche di quelle scomparse

Salento, anche i fiori ci salutano. Estinte 19 specie di flora antica. Quali e perché
di ​Anna Manuela VINCENTI
5 Minuti di Lettura
Domenica 11 Febbraio 2024, 11:52

Ben diciannove specie della nostra flora salentina si sono estinte. Su 1.536 esemplari verificati e presenti nei volumi di botanica del passato, queste piante ormai non ci sono più. A lanciare l’allarme è Piero Medagli, docente di botanica sistemica all’Università del Salento, ricercatore e massimo esperto nel settore. 

La lista


La check-list aggiornata ai nostri giorni de “La flora salentina” sarà pubblicata da Edizioni del Grifo in un progetto voluto e coofinanziato dalla Regione Puglia che riporterà tutte le specie presenti nel Salento, a cui è stata allegata anche una lista delle piante ormai scomparse.

Dai testi degli antichi esploratori e botanici illustri del passato come Enrico Groves, che nel 1887 ha pubblicato “La flora della costa Meridionale della Terra d’Otranto”, e dall’analisi delle vecchie flore arriva purtroppo la conferma che tante piante ci hanno lasciato. Tra queste: l’Hepatica nobilis, la Crucianella maritima, il Dracunculus vulgaris, la Trapa natans, la Digitalis Micrantha e il Ranunculus-circinatus.

L'esperto 


«È estremamente improbabile ritrovare queste diciannove specie - dichiara Piero Medagli -, sono piante vistose che richiamano l’attenzione e sono facilmente osservabili. Sono state ricercate appositamente da noi botanici nel corso degli anni, perché segnalate solo una o due volte in posti più o meno circoscritti, ma senza successo. C’è il sospetto che altre siano scomparse, ma sono piante poco vistose, piccole, difficili da individuare, che vivono nelle praterie erbacee indicate da antichi autori e non più ritrovate. Esemplari che possono essere sfuggiti proprio perché molto piccoli, ma sui quali ancora non ci sono indagini precise. Studi futuri stabiliranno se sono solo 19 o molte di più. Il numero certamente è destinato a salire, molte specie rare sono a forte rischio, perché sono rintracciabili solo in una o due località e le troppe alterazioni ambientali potrebbero farle sparire completamente. Nel volume del Grifo, in uscita a fine febbraio, ho fatto un bilancio della flora Salentina costituita da 1.536 piante, verificate una per una: di queste 19, presenti in passato, non sono più state ritrovate». 
Ce ne sono molte altre in via di estinzione: il libro è stata un’occasione per censirle e per sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e della natura che ci circonda. La forte antropizzazione, l’edificazione e il consumo del paesaggio rurale porta inevitabilmente all’estinzione della flora. 

Il fiordaliso 


«L’esempio più eclatante – spiega Medagli- è la Centaurea pumilio comunemente conosciuta come fiordaliso di Creta, una pianta che si trova Torre San Giovanni, vicino a Ugento, scoperta alcuni anni fa: vive di fronte all’isola delle Pazze su un costone roccioso. Alla sua scoperta si contavano circa 500 esemplari, ora se ne contano più o meno un centinaio ma sono in una zona molto a rischio. È una specie unica in Italia perché solitamente vive sull’isola di Creta: a Ugento la troviamo su un pezzetto di costa utilizzato dai bagnanti con una pressione antropica molto alta che mal si concilia con la conservazione. Andrebbero messi dei limiti rigorosi. È un problema senz’altro generalizzato perché tutte le dune del Salento sono a rischio. I bagnanti però non sempre sono informati sui rischi che corrono le piante o del danno che la presenza dell’uomo provoca alla vegetazione, né del fatto che non si possa sostare con gli asciugamani, camminare o passeggiare sulle dune. Ci vorrebbe un’educazione ambientale e maggiore sensibilizzazione. I Comuni – spiega ancora Piero Medagli - dovrebbero affiggere dei cartelli con i corretti comportamenti da assumere e con quelli vietati per preservare le dune e l’habitat delle piante esistenti. Il tema dell’erosione e della biodiversità è un tema importante, l’uomo sta facendo estinguere specie e biodiversità in tutto il mondo. L’erosione insieme ai cambiamenti climatici rappresenta uno dei fenomeni più drammatici del nostro tempo. Stiamo antropizzato troppo il territorio».
Le piante sono scomparse perché erano già rare prima, ma è stato sufficiente aumentare le superfici agricole, abbattere boschi, eliminare le macchie per farle sparire del tutto. L’uomo sta diventando troppo invasivo per l’ambiente, sta consumando troppi spazi: suolo per case, strade che si ripercuotono sulla naturalità. 
«La forte antropizzazione delle coste, il turismo d’eccellenza ma eccessivo provocano una pressione antropica dannosa per l’ecosistema. Per scongiurare l’estinzione – conclude il botanico - è fondamentale la tutela delle aree naturali, occorre salvaguardare i lembi rimasti e porre un limite allo sviluppo massiccio delle coste». Nelle cartine dell’800 macchie e boschi avevano superficie immense, dagli anni ’60 a oggi la costa si è completamente trasformata.
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